Il 21 settembre segna l’arrivo dell’Equinozio d’Autunno, il momento in cui luce e buio raggiungono lo stesso equilibrio. È un istante che la natura ci regala due volte l’anno e che simboleggia perfettamente la ricerca di armonia: tra il giorno e la notte, tra l’estate che si spegne e l’inverno che si prepara, tra leggerezza e profondità.
In questa cornice così suggestiva, anche il mondo del profumo trova la sua metafora più potente. Un profumo è, infatti, equilibrio invisibile tra materie prime, emozioni e memoria. Ma oggi, nell’era della consapevolezza ambientale, è anche equilibrio tra piacere personale e responsabilità collettiva.
Non si tratta più soltanto di quale fragranza indossare, ma di come quella fragranza viene creata:
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Da dove provengono gli ingredienti?
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Qual è l’impatto ambientale e sociale della produzione?
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Il packaging è riciclabile o ricaricabile?
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Le comunità coinvolte vengono rispettate?
Questo articolo nasce per accompagnarti in un viaggio olfattivo e consapevole. Parleremo di cosa significa “profumo sostenibile”, dei miti da sfatare, delle nuove pratiche eco-friendly del settore e di come anche un brand artistico come Varriale Profumi si inserisce in questa visione, restando fedele al suo DNA: “Non facciamo Profumi, ma tatuaggi sulla pelle.”
Cosa significa un profumo sostenibile?
La parola “sostenibilità” è abusata. Ma nel mondo della profumeria ha un significato preciso, che va ben oltre l’etichetta “naturale”.
Un profumo è sostenibile quando tiene conto del suo impatto globale:
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Ambiente: materie prime coltivate senza distruggere ecosistemi, packaging riciclabili e ricaricabili.
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Persone: rispetto dei diritti dei lavoratori, filiere trasparenti, comunità locali sostenute.
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Salute: uso sicuro degli ingredienti, rispetto degli standard IFRA (International Fragrance Association).
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Educazione del consumatore: trasparenza nella comunicazione, chiarezza tra claim reali e greenwashing.
Esempi concreti di sostenibilità in profumeria
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Guerlain: usa alcol biologico da barbabietola, flaconi ricaricabili e supporta progetti per la tutela delle api.
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Sana Jardin: sviluppa progetti di upcycling dei fiori usati nell’industria e sostiene donne nei Paesi produttori.
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Clean Reserve: posizionamento “farm-to-fragrance”, packaging eco e partnership con organizzazioni ambientali.
Questi esempi dimostrano che oggi non basta avere un profumo bello da indossare: serve anche un’anima etica.
Ingredienti: naturali o sintetici?
Uno dei temi più dibattuti riguarda la differenza tra profumi naturali e sintetici.
I falsi miti
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Naturale = migliore. Non sempre: alcuni oli essenziali naturali possono causare allergie o avere un impatto ambientale elevato (es. legni rari).
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Sintetico = nocivo. Falso: molte molecole di sintesi sono sicure, certificate IFRA e consentono di ridurre la pressione su risorse naturali scarse.
La verità
Il vero discrimine non è naturale o sintetico, ma responsabile o irresponsabile.
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Una molecola sintetica può sostituire un ingrediente raro (come il muschio naturale o l’ambra grigia) riducendo l’impatto ambientale.
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Un estratto naturale può essere sostenibile se coltivato in modo etico e tracciabile.
La profumeria artistica contemporanea è chiamata a integrare entrambe le vie, scegliendo sempre la più trasparente e rispettosa.
Profumi cruelty-free: la normativa europea
Molti cercano profumi “cruelty-free”. Ma bisogna sapere che in Europa è vietato testare cosmetici sugli animali dal 2013.
Questo significa che, di fatto, ogni profumo venduto legalmente in UE è cruelty-free.
La differenza sta nei claim aggiuntivi:
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Vegan → nessun ingrediente di origine animale (es. miele, muschio naturale, ambra grigia).
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Certificazioni come Leaping Bunny o Vegan Society per rafforzare la credibilità.
Per i consumatori italiani ed europei, quindi, la domanda cruciale non è se un profumo sia cruelty-free (lo è già per legge), ma se contenga ingredienti di origine animale e quale filosofia adotti il brand.
Packaging e ricariche: verso la circolarità
Il packaging è uno degli aspetti più visibili della sostenibilità. Il settore beauty produce ogni anno milioni di tonnellate di rifiuti da packaging, spesso difficili da smaltire.
Le nuove frontiere del packaging
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Riciclabile → vetro, carta FSC, plastica separabile.
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Ricaricabile → flaconi riutilizzabili infinite volte (es. Guerlain, Dior Sauvage, Armani My Way).
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Minimalista → riduzione degli imballi superflui.
Un profumo ricaricabile può ridurre fino al 60% di rifiuti rispetto a un flacone monouso. È una scelta semplice, ma di grande impatto.
Impatto sociale: profumo che fa bene anche alle persone
La sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma anche le comunità coinvolte.
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Fair trade e tracciabilità → alcune essenze provengono da coltivazioni in Paesi in via di sviluppo. Garantire salari equi e condizioni dignitose significa trasformare il profumo in uno strumento di progresso.
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Upcycling → riutilizzo di fiori o sottoprodotti della produzione agricola per ridurre gli sprechi.
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Progetti educativi → supporto a comunità locali con scuole, sanità e formazione.
Un esempio virtuoso è Sana Jardin, che con i suoi progetti sostiene l’indipendenza economica delle raccoglitrici di fiori in Marocco.
Profumi sostenibili e persistenza: un compromesso necessario?
Una delle paure più comuni è: “Un profumo sostenibile dura meno?”
La risposta è no, se la formulazione è fatta con competenza.
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Molti ingredienti sintetici eco-friendly hanno una persistenza elevata.
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Alcuni naturali intensi (patchouli, oud, resine) garantiscono scie di oltre 8 ore.
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Il segreto sta nell’equilibrio tra molecole volatili e note di fondo persistenti.
Un profumo etico non è un compromesso: può essere persistente, elegante e avvolgente quanto (se non più di) un profumo tradizionale.
Come scegliere un profumo sostenibile: guida pratica
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Leggi l’etichetta → cerca info su ingredienti, packaging, certificazioni.
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Verifica trasparenza → i brand seri raccontano la filiera, non si limitano a slogan.
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Osserva il packaging → è riciclabile? Ricaricabile? Minimal?
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Considera l’impatto sociale → il brand sostiene comunità o progetti etici?
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Prova la fragranza → non basta essere sostenibile: deve emozionarti, persistere, raccontare chi sei.
Dove si inserisce Varriale Profumi
Varriale Profumi nasce con l’idea di coniugare intensità artistica e lusso accessibile.
La sostenibilità, per il nostro brand, significa:
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Qualità delle materie prime → essenze pregiate selezionate con cura.
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Persistenza → un profumo che dura più a lungo riduce il consumo e gli sprechi.
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Consapevolezza → educare alla scelta sensata e responsabile.
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Prezzo giusto → democratizzare il lusso, senza speculazioni.
Ogni flacone è un gesto consapevole e sensoriale: non semplice profumo, ma tatuaggio sulla pelle.
FAQ – Domande frequenti
Cosa significa profumo sostenibile?
Un profumo che tiene conto di ambiente, persone e sicurezza lungo tutta la filiera.
I profumi naturali durano meno?
Non sempre: dipende dalla formula. Patchouli, oud e resine naturali hanno grande persistenza.
Un profumo artistico può essere sostenibile?
Assolutamente sì: creatività ed etica possono convivere.
Come riconoscere un brand etico?
Trasparenza, tracciabilità, packaging riciclabile, filiera responsabile.
Cruelty-free è una garanzia in Europa?
Sì: tutti i profumi venduti legalmente in UE lo sono dal 2013.
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Conclusione
Come l’equinozio mette in equilibrio luce e buio, così la profumeria del futuro deve trovare equilibrio tra piacere e responsabilità.
Scegliere un profumo sostenibile non significa rinunciare all’intensità o alla sensualità, ma vivere la fragranza con una consapevolezza più profonda: ogni spruzzo diventa un gesto che fa bene alla pelle, ai sensi e al mondo.
Varriale Profumi
– Non facciamo Profumi, ma tatuaggi sulla pelle.